M. M. Boiardo, 1485 gennaio 3, Scandiano – A Ercole d’Este

M. M. Boiardo non vuole intromettersi nelle questioni riguardanti il feudo di Montecchio e il Torello finché non riceverà disposizioni dal duca Ercole.

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Trascrizione TRATTA DA M. Maria Boiardo, Opere volgari: Amorum libri. Pastorale. Lettere, a cura di P. V. Mengaldo, Bari, Laterza, 1962

Ill(ustrissi)mo mio Signore. Io sono atastato ad intrometter cum V(ostra) Ex(cellenti)a che per mio mezo voglia ri[…] Montechio da Monsignor Torello e non da […]: de la qual cossa non mi è parso de impazz, nì de habandonarla sin tanto non habi risposta de la S(ignoria) Vostra; ma ho datto parola in pagamento e governaromi secondo mi cometterà Vostra Ex(cellenti)a, ala qualle me racomando.
Scandiani, iii Ianuarij MCCCCLXXXV.

Servitor
MATTHAEUS MARIA BOIARDUS
propria manu.

A t.: Illustrissimo et excellentissimo el signor duca, Ferrara etc.

Nota di commento a cura di Ida Russo*

La lettera è da collocarsi all’indomani della pace di Bagnolo (avvenuta nell’agosto 1484, quattro mesi prima rispetto alla presente) che poneva fine alla guerra tra Venezia e la Lega (di cui facevano parte anche città estensi) e al conseguente tentativo di recuperare territori persi durante la guerra stessa, tra cui, appunto, Montecchio.

Già da alcuni anni il ducato di Reggio si era accresciuto: grazie alla concessione che aveva fatto a Lodovico Sforza duca di Milano del castello di Tortona, Ercole I ottenne in cambio Brescello, Gualtieri, Castelnuovo, Pianzo, Roncaglio, Monchio, Bazzano e Scurano. In seguito, la pace con la Repubblica di Venezia aveva permesso allo stesso Ercole di recuperare Cavriago e Montecchio. Questi due castelli a ovest di Reggio, molto fortificati, soprattutto il secondo perché posto sulla riva destra del fiume Enza ai confini del ducato, erano stati invasi e assoggettati nel 1482 dal protonotario Guido Torello e da Iacopo Rossi, sostenuti dal papa, a sua volta alleato dai veneziani contro il ducato estense. Questa sottrazione fu giustificata in una lettera che gli usurpatori inviarono agli anziani di Reggio e in cui dichiaravano che non avrebbero dovuto «prendere admirazione se avevano preso quel luocho perché, essendo homini de ventura et fuori de casa loro, era assai conveniente che se procacciassino de qualche hospicio». All’indomani della guerra, però, Ercole si preparò a riconquistare i due territori e a punire il Torello poiché si era rifiutato di restituirli. Allorché, temendo i pericoli di un conflitto con la casata d’Este e la conseguente perdita di quanto aveva usurpato, il Torello pregò Boiardo di intercedere tra lui e il duca affinché volesse ricevere direttamente da lui quei castelli. Perché il Torello si appellò proprio al Boiardo se in quel periodo non svolgeva alcun incarico per il ducato estense? Non certo per la sua autorità o per la stima di cui riteneva potesse godere Matteo Maria presso il duca dal momento che all’epoca risiedeva nel suo palazzo di Scandiano lontano dagli affari pubblici. Se lo fece fu in virtù della parentela sorta tra lui e i Boiardi, egual motivo per il quale il conte Matteo Maria non respinse l’offerta. Nella lettera in questione Boiardo informa il duca dell’accaduto, dichiarando di non volersi intromettere (“de impazz”), né però di voler trascurare la vicenda (“nì de habandonarla”), fintanto che non avesse ricevuto risposta dal duca stesso e dichiarandosi pronto ad agire secondo quanto egli gli avesse ordinato.

Metadati

  • Mittente: Matteo Maria Boiardo
  • Destinatario: Ercole d’Este
  • Data: 3 gennaio 1485
  • Luogo di spedizione: Scandiano

Descrizione del documento

  • Collocazione: Archivio di Stato di Modena /, Archivio Segreto Estense / Cancelleria / Archivio per materie / Letterati, busta 10
  • Misure:lunghezza 23.9 cm, altezza 19.7cm
  • Numero carte: 1
  • Scrittura: sulla c.1v è presente l’indicazione del destinatario e un’ulteriore lettera datata (?) Gennaio 1485

*Ida Russo, Le lettere di Matteo Maria Boiardo nell’Archivio di Stato di Modena: tra autografia e casi giudiziari, tesi di laurea, Università degli studi di Bologna- Scuola di lettere e beni culturali, relatore prof.ssa Loredana Chines, a.a. 2015- 2016